Commento a “L’individuale e il collettivo nella sessualità umana”

Discorso tenuto all’Institut Français di Firenze il 27 settembre 2018 alle Giornate di studio sulla logica del sesso, organizzate dalla Fondation européenne pour la Psychanalyse.

Non leggerò il mio scritto L’individuale e il collettivo nella sessualità umana; suppongo sia già stato letto nel sito della Fondation. Mi limito a commentarlo per contestualizzarlo. Mi sembra più utile.

Vengo da Milano per portare a Firenze una citazione del giovane Charles Darwin; precede di vent’anni il suo capolavoro: L’origine delle specie. Eccola, proviene dal Taccuino E, foglio 150 (1839). Dice Darwin:

La parte più debole della mia teoria è l’assoluta necessità che ogni essere organico debba incrociarsi con un altro.

Il mio commento è semplice: la trovo strepitosa. Mi spiego.

Perché mi interesso a Darwin? Forse perché voglio inaugurare una psicanalisi biologica? Assolutamente no. Contro il parere di molti colleghi, più inclini alla letteratura che alla scienza – tra parentesi, ho visto annunciato per il 29 ottobre un Congresso internazionale di scienza e letteratura a Napoli – ritengo che la psicanalisi possa diventare scientifica. Ma, preciso subito, sarà una scienza nuova; non sarà fisica, né biologia, né sociologia, né linguistica, né psicologia, tanto meno neurologia; sarà eine junge Wissenschaft, come diceva Freud. Sarà la scienza che Freud ha abbozzato nel 1895 nel Progetto di una psicologia e poi ha cestinato, non sapremo mai il vero perché.

Allora cosa c’entra Darwin?

Darwin non c’entra per la biologia. Darwin c’entra per lo stile scientifico. Darwin creò la biologia scientifica, cioè la biologia delle popolazioni viventi: oggi si chiama ecologia. Prima di lui esisteva solo la biologia descrittiva e classificatoria di Linneo. Non fu il solo a tentare l’operazione. Fu preceduto da Jean-Baptiste Lamarck, che affrontò lo stesso problema e diede una soluzione diversa. La scienza, si sa, non è categorica.

La soluzione darwiniana è meccanicista. Per questa ragione io la preferisco; per la stessa ragione Darwin è respinto dal senso comune che preferisce il creazionismo.

Cosa vuol dire “meccanicista”? Vuol che si immaginano due insiemi di cose:

1° – Un insieme di componenti elementari, per esempio gli individui di una specie, di due specie, di n specie.

2° – Un insieme di interazioni o simmetrie tra individui; possono essere sessuali tra individui della stessa specie o di competizione per il cibo tra specie diverse.

Come evolve la situazione meccanicista? Non sempre in modo strettamente meccanico. In generale è imprevedibile; infatti anche con interazioni semplici, l’evoluzione può essere caotica. Caotica vuol dire contingente, nel senso che ieri ricordava Roland Chemama; cioè un evento può essere o può non essere. Darwin ebbe il grande merito di introdurre la contingenza nel discorso scientifico. Se riusciremo a introdurre in psicanalisi la logica della contingenza – nel senso di ciò che cessa di non scriversi, cioè la funzione fallica, come proponeva Jacques Lacan – avremo fatto un grosso passo avanti in direzione della scientificità della psicanalisi.

Nei fogli 48 e 49 del Taccuino E, Darwin scrive:

“La mia teoria offre una grande causa finale – non desidero parlare solo di causa, ma di una grande causa finale, giacché nulla probabilmente esiste per una sola causa – [per l’esistenza] dei sessi in animali separati: giacché altrimenti, esisterebbero tante specie quanti sono gli individui e per quanto non sia possibile scovare tutti gli effetti negativi – vediamo bene che non è la regola in questo mondo perfetto: né al presente, né in molte epoche del passato. Si capisce però che se tutte [fossero] specie, non ci sarebbero animali sociali – questo è affermato in modo troppo netto, poiché esisterebbero innumerevoli specie, quindi solo poche sociali, e non potrebbe esserci un insieme di animali che vive con certezza in relazione con un altro – e quindi non esisterebbero istinti sociali, i quali, come spero di dimostrare, sono probabilmente il fondamento di tutto quanto c’è di più bello nei sentimenti morali degli esseri animati”.

George Richmond - Charles Darwin (late 1830's)
George Richmond – Charles Darwin (late 1830’s)

Darwin sarebbe teleologico? Questa obiezione contro il darwinismo ricorre anche in Lacan. Mi resta da spiegare in che senso il giovane Darwin parlava di “causa finale”.

Riproducendosi prevalentemente per via asessuata, i coralli formano colonie, non collettività. La fragilità della barriera corallina, pur tanto estesa, è dovuta alla sua omogeneità. I ghepardi sono a rischio estinzione perché sono una specie geneticamente pura; non hanno riserve di variabilità genetica per affrontare mutazioni ambientali. La sessualità presuppone la cooperazione tra individui, quindi promuove la formazione di collettività articolate in varie funzioni e altamente disomogenee. Il collettivo animale, non solo quello umano, nasce dalle differenze individuali, quelle sessuali in primis. Non sono differenze statiche; sono differenze variabili che interagiscono tra loro, variando nello spazio e nel tempo.

Ecco il “finalismo”, cui tende il suo “lungo ragionamento” – Darwin chiamava così la sua elucubrazione: la sessualità ha come fine la diversità; promuove l’emergenza del soggetto collettivo nel contesto di interazioni individuali molteplici e variabili (non stazionarie), positive e negative, sessuali e non sessuali, verbali e preverbali. Si tratta di cooperazioni a più livelli tra individui e tra gruppi, con cui Freud aveva scarsa familiarità.1 La psicologia sociale freudiana, infatti, è povera; fondata sull’identificazione al Führer (Psicologia delle masse e analisi dell’Io, 1921) e sull’introiezione su di sé dell’aggressività verso l’altro (Il disagio nella civiltà, 1930), riduce il collettivo all’individuale. Non basta ad avviare una psicanalisi del soggetto collettivo. Meglio Darwin, secondo me.

Concludo affermando che l’interazione sessuale non ubbidisce a una logica binaria. La logica sessuale è da subito collettiva. Non ha ragione Freud quando nel V capitolo del Compendio (postumo) afferma che l’inconscio è il regno dell’illogica. Ha ragione Lacan a dire che non esiste rapporto sessuale. Non esiste rapporto sessuale in una logica a due valori, perché la sessualità è da subito a n valori. La sessualità comincia da tre, con l’Edipo. “Ricomincio da tre”, bofonchiava Massimo Troisi. E Lacan corregge Freud: comincia da quattro, perché bisogna contare anche la morte. La grande intuizione di Freud, che i più non tollerano, a volte neanche gli analisti, è che il soggetto individuale è sin dall’origine immerso nel collettivo. Lacan lo argomenta bene nel sofisma dei tre prigionieri, i quali sfruttano l’incertezza a due e arrivano alla certezza a tre. Lacan conclude giustamente così il suo sofisma:

Il collettivo è il soggetto dell’individuale.

Non dimentichiamolo, perché la psicanalisi sarà scientifica se diventerà ein geselliges Unternehmen, un’impresa collettiva, esattamente come la sessualità. Lo scriveva Freud a Groddeck il 21 dicembre del 1924.

Grazie per la vostra attenzione,
Antonello Sciacchitano

Note

1 Una sola volta Freud parla di “società magiche cooperative”. Cfr. S. Freud, Totem und tabu (1912-13), in Sigmund Freud Gesammelte Werke, 16 voll., vol. IX, Imago, Londra 1944, p. 142.

Di seguito il testo originale dei due frammenti di Darwin:
“The weakest part of my theory is, the absolute necessity, that every ‹animal› «organic being» should cross with another.” C. Darwin, Notebook E, 150-151.
“My theory gives great final cause «I do not wish to say only cause, but one great final cause, — nothing probably exists for one cause» of sexes «in separate» «animals»: for otherwise, there would be as many species, as individuals, and though we may not trace out all the ill effects. — We see it is not the order in this perfect ‹uni› world, either at the present, or many anterior epochs. – But we can see if all species, there would not be social animals. «this is stated too strongly. For there would be innumerable species and hence few only social there could not be one body of animals, living with certainty on other» hence not social instincts, which as I hope to show is «probably» the foundation of all that is most beautiful in the moral sentiments of the animated beings. Etc.” C. Darwin, Notebook E, 48-49

Bibliografia

C. Darwin, Darwin’s Notebooks 1836-1844. Geology, Transmutation of Species, Metaphysical Enquiries, Cambridge University Press, Cambridge 1987.

C. Darwin, Taccuini 1836-1844 (Taccuino Rosso, Taccuino B, Taccuino E), Laterza, Bari 2008.

S. Freud, Totem und tabu (1912-13), in Sigmund Freud Gesammelte Werke, 16 voll., vol. IX, Imago, Londra 1944.

Di Antonello Sciacchitano

Nato a San Pellegrino il 24 giugno 1940. Medico e psichiatra, lavora a Milano come psicanalista di formazione lacaniana; riceve domande d'analisi in via Passo di Fargorida, 6, tel. 02.5691223: E' redattore della rivista di cultura e filosofia "aut aut", fondata da Enzo Paci nel 1951.

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