Nell’autunno del 1902 Freud spedì una cartolina ai quattro colleghi… Adler, Kahane, Reitler e Stekel, invitandoli in casa sua per discutere del suo lavoro. Secondo Stekel l’idea partì da lui, e questo è confermato dall’osservazione di Freud secondo la quale «il suggerimento gli provenne da un collega che aveva esperimentato personalmente i vantaggi della terapia analitica».1
Così Ernest Jones nella sua monumentale biografia freudiana, dando forma a quella che è la versione classica della fondazione della Società Psicologica del Mercoledì, primo nucleo del movimento psicoanalico che nel corso dei decenni si sarebbe diffuso in tutto il mondo.
A quella di Jones, che resta una ricostruzione fatta a posteriori, si possono affiancare le testimonianze dirette di due dei partecipanti, la prima delle quali, di Freud, è ricordata dallo stesso Jones.
Scrive dunque Freud in Per la storia del movimento psicoanalitico:
Dall’anno 1902 una schiera di giovani medici mi si fece attorno con l’esplicita intenzione di imparare, esercitare e diffondere la psicoanalisi. A ciò li aveva indotti un collega, che aveva sperimentato su se stesso i benefici effetti della terapia analitica. In serate determinate ci si riuniva nella mia abitazione, si discuteva secondo certe regole, si cercava di orientarsi in questo campo di indagine sconcertante per la sua novità, e di conquistare ad esso l’interesse di altre persone.2
La versione di Freud, si vede, è più vaga della ricostruzione di Jones: non si specificano i nomi dei colleghi fondatori della Società né la modalità del loro invito.
Più circostanziata la seconda testimonianza, lasciata in ben due differenti occasioni da Wilhelm Stekel.
La si trova nell’articolo del 1926, Per la storia del movimento analitico che, come dimostra chiaramente il titolo, vuole almeno in parte essere risposta proprio al lavoro di Freud del 1914 sopra citato e ripubblicato come volume singolo nel 1924.3 Vi si legge:
… feci [a Freud] la proposta di costituire una piccola cerchia di medici, letterati e artisti in cui potessero essere discusse questioni psicologiche e anche la nuova teoria. Freud ne fu inizialmente entusiasta, poi temette disaccordi e mancanza di comprensione e mi propose di costituire solo una piccola cerchia esoterica, alla quale si sarebbe dovuta unire quella exoterica.4 Egli aveva alcuni amici e sostenitori; questi voleva raccogliere attorno a sé in incontri regolari.5
Nel 1938 Stekel, scrivendo la propria autobiografia,6 offre una seconda e più dettagliata versione degli accadimenti che qui ci interessano:
Gradualmente divenni noto quale collaboratore di Freud. Gli proposi di fondare un piccolo gruppo di discussione. L’idea gli piacque, e ogni mercoledì sera, dopo cena, ci incontravamo in casa di Freud. Sono il solo membro originario sopravvissuto del circolo. Oltre a me e a Freud vi erano i medici Max Kahane, Rudolf Reitler e Alfred Adler (Adler avrebbe più tardi negato di essere stato allievo di Freud, mostrando come prova una cartolina postale. Era l’invito a lui indirizzato per partecipare al nostro primo incontro. Non è significativo che egli abbia tenuto quella cartolina per così tanti anni?).7
Ora, tra la ricca mole di manoscritti freudiani digitalizzati e resi disponibili dalla Library of Congress di Washington, ho recentemente recuperato, delle quattro cartoline di cui parla Jones, quella sola spedita da Freud ad Adler; un’analoga ricerca alla volta dei tre rimanenti biglietti a Kahane, Reitler e Stekel non ha dato frutti.
Riporto qui l’originale del breve biglietto, la sua trascrizione e la mia traduzione. Farò quindi seguire alcune considerazioni in merito alla ricostruzione storica proposta da Jones, che resta un imprescindibile punto di partenza nella ricerca sulla storia della psicoanalisi.
Originale
Trascrizione8
[Lato 1] 2 Nov[ember] 1902Prof. Dr. Sigm. Freud IX. Berggasse, 19.
Sehr geehrter Herr College.
Eine kleine Kreis9 von Collegen u(nd)
Anhängern10 will mir das große
Vergnungen bereiten sich einmal
in der Woche am Abend (½ 9 h post
coenam) bei mir einzufinden, um
die uns interessirenden Themat[iken]
der Psychologie [u]n[d] Neuropathologie
zu besprechen. Ich weiß von Reitler,
[Lato 2] Max Kahane, Stekel. Wollen Sie den
Güte haben, sich uns anzuschließen?
Wir haben die nächste Donerstag
in Aussicht genommen u[nd] ich erwarte
Ihre freundl[iche] Äusser[un]g, ob Sie kommen
wollen u[nd] ob Ihnen dieser Abend paßt.
Mit herzl[ichem] colleg[ialem] Gruß
Ihr Dr Freud
Traduzione
2 Nov[embre] 1902Prof. Dr. Sigm. Freud IX. Berggasse, 19.
Stimatissimo collega,
una piccola cerchia di colleghi e sostenitori intende procurarmi il grande piacere di presentarsi da me una volta alla settimana di sera (alle 8 e mezza post coenam) per discutere i temi per noi interessanti di psicologia e neuropatologia. So di Reitler, Max Kahane, Stekel. Ci fareste la cortesia di unirVi a noi? Abbiamo preso in considerazione il prossimo giovedì e io attendo Vostra amichevole comunicazione, se intendete venire e se questa sera Vi aggrada.
Con cordiali saluti da collega a collega,
Vostro Dr. Freud
Considerazioni
La data del biglietto, 2 novembre 1902, una domenica, consente anzitutto di meglio specificare il momento di avvio della cosiddetta Società Psicologica del Mercoledì: l’“autunno del 1902” di Jones si restinge con certezza al mese di novembre. Quanto alle coordinate temporali, proseguendo nella lettura veniamo a sapere che il primo incontro è inizialmente previsto da Freud per il successivo giovedì 6. Pare dunque che, se non ci fossero stati intoppi di una qualche natura, il movimento psicoanalitico sarebbe nato con il nome di Società Psicologica del Giovedì. La documentazione, almeno quella attualmente disponibile, non consente di chiarire ulteriormente: se già il primo incontro avvenga di mercoledì (e in tal caso si dovrebbe supporre che Adler risponda a Freud positivamente quanto alla propria partecipazione ma negativamente quanto al giorno) oppure se la serata cambi in itinere.
Un secondo aspetto, questo non meno inatteso e certo più sorprendente, è che il progetto inziale di Freud è la costituzione di una Società che si occupi non solo di psicologia, ma anche di neuropatologia: dato interessante, se si considera che nel 1902 Freud ha completamente dismesso le sue attività di ricerca in ambito strettamente neurologico: infatti i suoi ultimi lavori in tal senso, semplici recensioni, datano 1900).11
Si tratta inoltre di un dettaglio che non ho avuto modo di rilevare in alcun testo che abbia ad oggetto questo periodo della storia della psicoanalisi. Nemmeno Jones, che pure racconta dell’invio delle cartoline ai quattro fondatori, lo riferisce. Vien fatto a questo punto di interrogarsi sulle sue fonti, che purtroppo egli non cita espressamente. A rigore, per poter affermare con sicurezza quanto scrive, avrebbe dovuto avere a disposizione tutte e quattro le cartoline, ma in tal caso perché le altre tre, dopo essere passate nelle sue mani, non si sono conservate (o almeno così sembra)? O viceversa: perché solo la cartolina inviata ad Adler ha avuto sorte diversa e per noi più felice?
Può darsi che Jones, in realtà, abbia letto soltanto la cartolina “sopravvissuta”, quella di Adler e che da un lato, per semplificare, abbia tralasciato il riferimento alla neuropatologia in essa contenuto e dall’altro abbia dedotto che un invito analogo fosse pervenuto anche gli altri tre fondatori.
Ma assai più verosimile mi pare una terza ipotesi, ossia che egli abbia impiegato come fonte il passaggio sopra riportato dell’autobiografia di Stekel, considerato che da tale testo egli desume espressamente altre informazioni relative agli avvenimenti in questione.12 Del resto Stekel è l’unico dei protagonisti a citare sia i nomi dei quattro soci fondatori della Società Psicologica del Mercoledì sia la questione delle cartoline inviate da Freud. Il fatto poi che Jones scriva, subito dopo avere indicato i nomi dei destinatari degli inviti: “Secondo Stekel…” (si veda supra, corsivo mio) rende definitivamente chiaro da chi sta traendo le informazioni. Per finire, il ricorso a questa fonte spiegherebbe egrgiamente l’omissione del riferimento alla neuropatologia.
Ciò premesso, l’ultima riflessione che intendo proporre riguarda proprio la questione delle quattro cartoline poiché, a ben leggere il testo dell’invito ad Adler, mi sorge qualche dubbio sulla reale esistenza delle altre tre. Come infatti si può agilmente dedurre, Adler è l’ultimo dei quattro ad essere contattato: quando gli scrive, Freud ha già preso accordi, perlomeno provvisori, con Reitler, Kahane e Stekel, non solo sull’opportunità di ritrovarsi per discussioni settimanali, ma addirittura su quando farlo, ossia da giovedì 6 novembre in poi, con cadenza settimanale. Adler riceve pertanto un trattamento differente, contattato com’è soltanto a giochi fatti. Ma allora che senso avrebbe pensare che Freud scriva dapprima agli altri tre una cartolina per proporre gli incontri e un’ipotetica data in cui farli e solo più tardi un’altra cartolina, con un testo differente, al solo Adler? Senza contare quanto gli sarebbe macchinoso raggiungere un accordo unanime con i primi tre su giorno e ora del ritrovo, dovendo attendere la risposta di ognuno di loro singolarmente e sperandoli tutti concordi: sarebbe bastato il dissenso di uno per far riprendere da capo il noioso giro di comunicazioni scritte. Francamente, mi pare più semplice pensare che Freud si accordi più agilmente, ossia di persona, con Kahane, Reitler e Stekel. Si consideri che nel 1902 il rapporto di Freud con Adler è diverso da quello che egli ha con gli altri tre: è il meno profondo e probabilmente il meno antico. Kahane e Reitler conoscono infatti Freud personalmente dagli ultimi anni dell’’800, avendone seguite le lezioni universitarie nel 1895-6;13 per parte sua Stekel pare entri in contatto con Freud solo nel 1901, ma diviene subito non solo un fervido suo seguace, ma addirittura, come visto, l’ideatore della Società del Mercoledì. Di più, prima del 1902 ha già svolto un’analisi con Freud.14 E si aggiunga che questi lo conosce come autore già almeno dal 1896, anno in cui cita positivamente in un proprio scritto, L’etiologia dell’isteria, un articolo di Stekel sul coito nell’infanzia.15
Nettamente diversa la situazione di Adler. Benché resti oscura la precisa occasione del loro incontro personale,16 sembra che egli non pratichi la psicoanalisi prima della sua adesione alla Società Psicologica del Mercoledì in qualità di membro fondatore.
Ritorniamo ora al breve passaggio dell’autobiografia di Stekel che conclude il racconto della fondazione della Società Psicologica del Mercoledì, la più probabile fonte di Jones:
“Adler avrebbe più tardi negato di essere stato allievo di Freud, mostrando come prova una cartolina postale. Era l’invito a lui indirizzato per partecipare al nostro primo incontro”.
Poiché nel contenuto del biglietto, che oggi possiamo leggere, Freud non fa alcuna dichiarazione esplicita quanto al fatto di non considerare Adler un suo allievo, dobbiamo ritenere che per quest’ultimo il fatto stesso di avere ricevuto il biglietto sia prova sufficiente di un suo “status” differente da quello degli altri soci fondatori, che appunto in quel periodo frequentano già Freud e dunque possono accordarsi con lui di persona, senza bisogno di alcun (più macchinoso) invito via posta.
In effetti, a rigore l’autobiografia di Stekel consente di inferire l’esistenza di una cartolina, quella inviata da Freud ad Adler: forse per questo essa sola è giunta fino a noi. Coerentemente con ciò, il contenuto stesso di questo biglietto, che pone in essere un’evidente differenza tra il reclutamento di Adler e quello degli altri tre soci fondatori, corrobora l’ipotesi che le altre tre cartoline non siano mai esistite.
Note
1 E. Jones (1955), The Life and Work of Sigmund Freud, trad. it. Vita e opere di Sigmund Freud (1955), 3 voll., Il Saggiatore, Milano, vol. II, p. 24.
2 S. Freud, Zur Geschichte der psychoanalytische Bewegung (1914), trad. it. Per la storia del movimento psicoanalitico, in Opere di Sigmund Freud, 12 voll., vol. VII, Boringhieri, Torino 1975, p. 398.
3 M. M. Lualdi, Buongiorno, inconscio. Stekel, Adler, Jung, Abraham, Ferenczi, Youcanprint, Tricase, 2014, p. 74 n. 61.
4 Si intenda per “esoterica” la cerchia di inziati e per “exoterica” quella dei profani.
5 W. Stekel, Zur Geschichte der analytischen Bewegung (1926), in Fortschritte der Sexualwissenschaft und Psychanalyse, vol. 2, p. 542.
6 Sul periodo di stesura dell’autobiografia di Wilhelm Stekel, cfr. fr. W. Stekel, E. Gutheil, The Autobiography of Wilhelm Stekel (1950), trad. it. M. M. Lualdi, Passando da Stekel. Edizione critica dell’autobiografia di Wilhelm Stekel, Youcanprint, Tricase 2015, p. 72 n. 61.
7 Ivi, pp. 207-8.
8 Riporto in corsivo ciò che Freud scrive in caratteri latini.
9 Curiosamente è la stessa espressione che impiega Stekel nel suo scritto del 1926, in cui si legge: “Schließlich machte ich ihm den Vorschlag, einen kleinen Kreis… zu bilden” (cfr. W. Stekel, Zur Geschichte der analytischen Bewegung, op. cit., p. 542, corsivo mio). Si badi, lo stesso Freud, nello scriverne in Per la storia del movimento psicoanalitico, utilizza un termine diverso, “Anzahl” (cfr. S. Freud, Per la storia del movimento psicoanalitico, op. cit., p. 63), reso in italiano con “schiera” (si veda supra).
10 Di nuovo ritroviamo in Stekel lo stesso termine: “Er hatte einige Freunde und Anhänger”. W. Stekel, Zur Geschichte der analytischen Bewegung, op. cit., p. 542.
11 D. Anzieu, L’auto-analyse de Freud et la découverte de la psychanalyse (1975), trad. it. id., L’autoanalisi di Freud e la scoperta della psicoanalisi, 2 voll., Astrolabio, Roma 1976, vol. I, p. 79.
12 Si veda E. Jones, Vita e opere di Sigmund Freud, op. cit., p. 45 n. 8 relativa a p. 24, in cui appunto viene precisata come fonte l’auotbiografia di Stekel.
13 Ivi, p. 23.
14 Ivi, p. 24 e M. M. Lualdi, Passando da Stekel. Edizione critica dell’autobiografia di Wilhelm Stekel, op. cit., pp. 193 sgg.
15 E. Jones, Vita e opere di Sigmund Freud, op. cit., p. 24 e M. M. Lualdi, Passando da Stekel. Edizione critica dell’autobiografia di Wilhelm Stekel, op. cit., p. 196.
16 Diverse le ipotesi a riguardo, nessuna delle quali consente di inferire un attivo e precoce coinvolgimento di Adler nella nascente teoria e pratica psicoanalitica. Cfr. M. M. Lualdi., Buongiorno, inconscio. Stekel, Adler, Jung, Abraham, Ferenczi, op. cit., p. 71 e n. 121. Quel che ad oggi è certo è solo il fatto, documentato da un biglietto scritto da Freud ad Adler il 27 febbraio 1899, che questi già allora conosce Freud, almeno di fama. Il biglietto riguarda infatti una paziente, Marna, inviata da Adler a Freud, il quale pone diagnosi di epilessia, tipo “petit mal”. Il biglietto è conservato presso la Library of Congress. Cfr. Sigmund Freud. Sigmund Freud Papers: General Correspondence, -1996; Adler, Alfred; From Freud, 1899 to 1911, undated. – 1911, 1899, immagine 2. Manuscript/Mixed Material. Retrieved from the Library of Congress, <www.loc.gov/item/mss3999000375/>.
Bibliografia
D. Anzieu (1975), L’autoanalisi di Freud e la scoperta della psicoanalisi, 2 voll., Astrolabio, Roma, 1976.
S. Freud, Zur Geschichte der psychoanalytische Bewegung (1914), trad. it. id., Per la storia del movimento psicoanalitico, in Opere di Sigmund Freud, 12 voll., vol. VII, Boringhieri, Torino 1975, pp. 375-438.
E. Jones, The Life and Work of Sigmund Freud (1953), trad. it. id., Vita e opere di Sigmund Freud (1962), 3 voll., Il Saggiatore, Milano.
M. M. Lualdi, Buongiorno, inconscio. Stekel, Adler, Jung, Abraham, Ferenczi, Youcanprint, Tricase 2014.
W. Stekel, E. Gutheil, The Autobiography of Wilhelm Stekel (1950), trad. it. M. M. Lualdi, Passando da Stekel. Edizione critica dell’autobiografia di Wilhelm Stekel, Youcanprint, Tricase 2015.
W. Stekel, Zur Geschichte der analytischen Bewegung (1926), in Fortschritte der Sexualwissenschaft und Psychanalyse, vol. 2, pp. 539-575.
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